Luba Nuynzu. Kitumpo kya muchi.

 

 

 

 

 

 

 

 

"Kitumpo kya muchi" (o "kabila"). Cultura Luba Nuynzu.
Portatrice di coppa. Legno. Dimensioni: h.cm.16, largh.cm.14. Restauri intervenuti: incollaggio semplice d'epoca gamba sinistra.
Provenienza:
galleria Beppe Berna, Bologna (I).
Expertise:
Beppe Berna, Bologna (I), 1999.
Catalogazione AA 21/1999.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Estratto da: "Il caolino sacro e le portatrici di coppa luba dello Shaba". 1995.
Pierre Petit.

(...)
L'iconografia delle portatrici di coppa.
Il rapporto tra queste statue e il contenitore "mboko" è già apparso nell'ambito della chefferie: due fonti affermano che talvolta il "mboko di mulopwe" è posto tra le braccia o in un contenitore della statua. Infatti, come riportato da Nooter(1991), la portatrice di coppa chiamata "nkishi" come tutte le altre statue luba, raffigura una donna che tiene un contenitore "mboko", e proprio come nel vero "mboko" si trovano talvolta in esso perle e caolino. Abbiamo visto che la zucca "mboko" è l'immagine del mondo degli spiriti. La portatrice di coppa costituisce la rappresentazione in una supplementare prospettiva iconografica dato che raffigura un "mboko" manipolato dal "kilumbu". Mentre la zucca "mboko" rappresenta solamente il mondo degli spiriti, la portatrice di coppa rappresenta una scena di interazione tra il mondo umano e il mondo degli spiriti.
Questa interpretazione, tuttavia, incontra una contraddizione: come mai la portatrice è una donna, mentre la maggior parte dei medium sono di sesso maschile? La risposta sta nel fatto che per i Luba l'alleanza tra gli spiriti e gli uomini trova una delle sue metafore centrali nell'unione matrimoniale e sessuale tra l'uomo e la donna; il divinatore è quindi una "donna" dello spirito. Così, nella narrazione dell'origine del lago Kalui, si dice che gli spiriti Mpanga e Banze "sposarono" due donne per significare che essi presero il loro possesso. Allo stesso modo, Theuws (1962) segnala a proposito del culto "mboko" che il capo e il suo spirito protettore sono come in una relazione tra moglie e marito; egli si rivolge ad esso appellandolo "wami muIume", ovvero "mio sposo ".
Gli spiriti cercano "spose" tra gli esseri umani, motivo per cui i Luba danno una forma femminile alla portatrice di "mboko" che è la loro dimora. La dualità sessuale della statua (contenitore maschio/portatrice femmina) è chiaramente espressa da Kyoni Kumwimba, secondo il quale il "mboko" del re rappresenta lo spirito maschile Banze mentre la statua sulla quale è posato è Mpanga, sua sposa a suo dire, sua compagna secondo il mito di Kalui. Theuws (1962) dice che a volte la portatrice di coppa è chiamata "muntwa bene", ovvero "moglie principale"; tutto fa pensare, sulla base di quanto elaborato precedentemente in questo studio, che ella sia la donna dello spirito e non quella del sovrano.
Questa interpretazione concorda con quella di alcuni informatori di Nooter(1991-1992): la portatrice di coppa rappresenta la sposa dello spirito che ispira il medium. Si noti infine che questa è la prospettiva di unione matrlmoniale/sessuale con gli spiriti che include la prescrizione di castità che accompagna la manipolazione del "mboko": l'assenza di rapporti con qualsiasi partner umano permette una riconciliazione con la sposa spirituale. Quindi si comprende il tragico destino di Mpanga e Banze e la prova di "twite" dovuta alla tentazione prodotta dal fascino di due belle giovani ragazze durante la sua ricerca per il caolino reale.

Funzione delle portatrici di coppa.
Le portatrici di coppa fanno parte del materiale divinatorio dei medium luba, come già riportato nel testo di Cameron. Questa è anche la destinazione di queste statue presso i Luba orientali. L'ipotesi di Maes (1938) secondo la quale queste statue servivano da recipiente per le elemosine offerte alla future partorienti deve essere esclusa. Vediamo più precisamente in cosa consiste il loro utilizzo. Nel 1937 padre Peeraer inviò al museo una statua che aveva raccolto da un medium nel villaggio di Mpumpa, accompagnandolo con il seguente commento: "Il paziente deve prima depositare l'onorario nel vaso che tiene la donna ... Inizia allora la consultazione; il divinatore parla con la statua, l'interroga, dialoga con essa e le spiega la ragione per cui il paziente è venuto... Durante la divinazione, lo spirito che aiuta il divinatore che si suppone risieda nella statuetta... Il piccolo vaso... contiene terra bianca con la quale l'indovino si strofina le ciglia, le labbra e le guance".
A seguito di ulteriori indagini Peeraer riferisce che la statua riceve il nome d`un antenato o di uno spirito potente. Alcuni amuleti o materiali/sostanze(manga) sono posti nel contenitore o in un corno fissato nella testa alfine di attivare il suo grande potere. Situata sulla soglia della casa, all'incrocio di strade o al capezzale di un malato, essa permette di contrastare le calamità che si abbattono sul malato o sul villaggio. I pazienti si aspergono del caolino contenuto nel contenitore. Secondo Burton (1961), la portatrice di coppa "kitumpo kya muchi" o "mboko"(o "kabila") ripara lo spirito familiare del medium; solo lui può sollevare il coperchio. Egli pone la statua al capezzale del suo letto e se la porta via quando parte per un viaggio.
Basta che il paziente tenga l'oggetto in mano per ottenere la guarigione, anche se a volte il paziente deve in seguito diventare lo "schiavo" o la "sposa" dello spirito che gli ha procurato la guarigione. Secondo Nooter (1991) le portatrici di coppa hanno una funzione terapeutica (il caolino all'interno del contenitore ha un effetto curativo), di servire come portavoce dello spirito durante la divinazione, di viaggiare per svolgere missioni di spionaggio a beneficio del medium.
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Gli utilizzi delle portatrici di coppa sono molto diversificati rispetto a quelli del "mboko": guarigioni per contatto, protezione delle persone, spionaggio, ecc., attività che rivelano una potenza d'azione molto concreta della statua. Al contrario, l'efficacia del "mboko" è più indiretta: in esso risiedono gli spiriti e permettono la divinazione osservando il contenitore. La ragione di questa diversità è che le portatrici di coppa appartengono, contrariamente al "mboko", alla categoria dei "nkishi", corrispondente in gran parte a quella che gli storici dell'arte africana chiamano "figure di potere". Secondo Nooter (1991) "nkishi" definisce tutte le raffigurazioni umane che permettono ai medium di scoprire gli oggetti malefici o i ladri, di trovare ciò che si è perduto, di guarire, di fare divinazione tramite i sogni... I "nkishi" devono la loro efficacia concreta ad alcuni amuleti, materiali o sostanze in essi contenuti, sovente anche contenuti all'interno di un corno fissato sulla testa. Sovente poi queste statue divengono o sono utilizzati come ricettacolo di uno spirito.
Tuttavia, a causa dell'oggetto che le portatrici di coppa tengono tra le mani, esse intrattengono uno stretto rapporto con i "mboko"; da qui deriva la funzione divinatoria condivisa con le zucche: i due oggetti, depositati al capezzale del medium addormentato gli permettono di apprendere dai sogni le terapie da applicare. Ma anche in questa funzione divinatoria le portatrici di coppa conservano per certi aspetti un carattere più dinamico della zucca "mboko"; allorquando "mboko" viene decriptato dal medium, la statua parla essa stessa, introducendo una nota di teatralità nel processo divinatorio.
Conclusioni.
Il "mboko" è sempre legato al mondo degli spiriti. E' ove essi risiedono, la dimora del caolino di cui il grande lago Upemba o Bemba è l'equivaIente nella geografia mitologica. Esso costituisce un elemento rituale centrale per almeno tre livelli: all'interno della famiglia, dove la piccola capanna degli antenati contiene un recipiente di terra bianca; nella sfera politica, dove una zucca di caolino, eventualmente depositata su una statua, sigilla l'alleanza tra il sovrano e gli spiriti che assicurano la prosperità del suo regno; infine, nel contesto della divinazione dei medium, che scuotendo la zucca degli spiriti decifrano i loro messaggi. Il "mboko" non è appannaggio di una categoria di persone: gli stessi capi del commercio carovaniero utilizzano un "mboko" per proteggere la loro spedizione (Zeebroek 1976).
La portatrice di coppa è associata iconograficamente a un oggetto tra il "mboko" e le figure di potere "nkishi", la cui azione molto concreta è dipendente da amuleti, materiali e sostanze in esse inseriti. La funzione della statua comprende sia la funzione divinatoria del "mboko", sia la azione magica dl "nkishi". Lo studio di "mboko" ha finalmente permesso di lanciare una serie di ponti tra diversi personaggi rituali, in particolare tra il re e il medium, che appaiono solidali sia nel mito, sia nel rito.