Civiltà Vicus. Testa di mazza rituale.

 

 

 

 

 

 

 

 

Cultura Vicus. Testa di mazza.
Testa di mazza con ossidazione verde circolare con motivi incisi la testa di mazza veniva usata come arma e per cerimonie rituali. Nel buco c'era un bastone di legno. Le teste di mazza erano di solito fatte di pietra dura per frantumare un teschio umano. Questa di bronzo era usata durante le cerimonie religiose specificatamente per il suo materiale e la sua decorazione. Epoca 500 a.C.-400 d.C.. Dimensioni: diam.cm.10.
Provenienza:
collezione francese.
galleria Clam, Lione (F). 2011.
Expertise:
Anne-Cécile Clamagirand, Lione (F). 2011.
Catalogazione: AP/2011.

 

 

 

 

 

 

 


Tratto da: "L'America precolombiana. Le Ande. Dalla preistoria agli Incas". 1992.
Danièle Lavallée, Luis Guillermo Lumbreras.

 

La cultura Vicús ci è nota solo da una ventina di anni. La sua scoperta, dovuta ai cercatori di tesori, agli inizi degli anni Sessanta, gettò lo scompiglio tra gli archeologi, non tanto per la sua novità quanto per la ricchezza delle sue opere d'arte, costituite per lo più da vasi di ceramica a tutto tondo e da notevoli opere d'oreficeria.
La mancanza di ricerche sistematiche non ha ancora permesso di stabilire la vera cronologia delle fasi e la loro durata precisa, ma i pochi dati in nostro possesso ci consentono di situare Vicús tra il V secolo a.C. e il V secolo d.C.; essa sarebbe quindi contemporanea alle culture classiche delle Ande settentrionali e centrali. Un periodo così lungo presuppone successivi cambiamenti che si possono o meno valutare attraverso certe variazioni percepibili nell'immensa quantità di opere riunite in numerose collezioni. Alcuni archeologi hanno tentato, partendo da criteri stilistici, di organizzare questo materiale in fasi, ma tale procedimento soffre in generale della mancanza di una solida base scientifica. Bisognerà perciò attendere nuovi studi per poter valutare l`evoluzione di questa cultura.
Anche la definizione dell`area occupata solleva difficoltà, per la mancanza di scavi nelle regioni vicine della valle del Piura, nel nord del Perù e nel sud dell'Ecuador. In effetti, gli oggetti attribuiti a questa cultura provengono tutti dall`Alto Piura, vicino agli odierni villaggi di Chulucanas e di Morropón, dove furono portate alla luce centinaia di tombe in numerosi cimiteri già saccheggiati; nessun sito paragonabile è stato fino a ora scoperto altrove. È possibile che ne esistano nella vicina valle del Chira e alcuni indizi mostrano che la cultura Vicús riuscì a estendersi così lontano da raggiungere la valle dell'Azuay in Ecuador, a nord, e Lambayeque in Perù, a sud. Gli indizi si limitano tuttavia a cocci e a ceramiche isolate, dal contesto mal definito.
Lungo la costa di Piura, sulla fascia marittima del deserto di Sechura e in prossimità dei fiumi Chira e Piura, sono stati trovati i resti di abitazioni contenenti frammenti di ceramica che Edouard Lanning ha battezzato col nome di Sechura. Infatti, Sechura e Vicús sono i due nomi di una medesima cultura. E. Lanning ha distinto molte fasi nella ceramica Sechura (fasi A-F), caratterizzate ciascuna da variazioni stilistiche, anche se il metodo usato per distinguerle si basa sul ricorrere di caratteri particolari in un complesso di siti piuttosto che su reali cambiamenti di stile.
Per comprendere la storia di Vicús è necessario sapere innanzitutto che si tratta di una società le cui particolari condizioni di sviluppo si sono espresse tramite la sovrapposizione di due tradizioni stilistiche totalmente diverse, se non addirittura diametralmente opposte. Questa specificità degli stili di Vicús ha creato una grande confusione tra gli archeologi i quali, in mancanza di altri dati, hanno incontrato enormi difficoltà nell'organizzare le vestigia di questa cultura in una sequenza armonica capace di spiegare la storia degli stili e di conseguenza quella dei loro autori.
La prima delle due tradizioni di Vicús non si ritrova in altre parti ed è rappresentata soprattutto da una ceramica di aspetto grossolano, ma dalle forme e dagli elementi decorativi molto vari. Si tratta di una tradizione vicina a quella delle Ande settentrionali e apparentata, in una certa misura, alla ceramica decorata a negativo che si incontra a Capulí (Nariño e El Carchi) e allo stile detto di Tuncahuán della regione d`Azuay e del Cañar. La seconda tradizione deriva direttamente dallo stile mochica della regione di Trujillo, a tal punto che numerosi oggetti potrebbero provenire tanto da Piura quanto dalle valli di Chicama, di Moche o di Virú. Lo stile da un punto di vista sia artistico sia tecnico appare raffinato. Le opere a tutto tondo che rappresentano uomini e animali non hanno nulla da invidiare a quelle di Tumaco-La Tolita e di Moche e danno prova inoltre di raffinatezze che conferiscono maggior forza all'espressione dei personaggi. Qui ci troviamo di fronte a un'arte matura e compiuta. Le due tradizioni presentano tali differenze tecniche ed estetiche da indurre in un primo momento gli studiosi ad attribuirle a due epoche diverse, una locale e molto antica, l'altra più tarda, derivata da influenze mochicas. In realtà si tratta di un'associazione di stili che può essere spiegata anche con motivi di ordine politico o economico, oppure da entrambi. Si può supporre che i Mochicas, più avanzati politicamente e socialmente, abbiano sottomesso in una certa misura le genti di Vicús, imponendo loro per molti secoli uno stile ufficiale nella ceramica e nelle altre forme di artigianato. È evidente che lo stile mochica di Vicús perdurò a tal punto che, delle cinque fasi mochicas, solo l'ultima non fu apparentemente rappresentata a Piura. Il fatto che le popolazioni di Piura abbiano conservato costantemente certi loro caratteri peculiari, talvolta vicinissimi allo stile mochica della fase 1, non fa che sottolineare il carattere provinciale del loro stile. La regione di Piura conoscerà questo fenomeno in altre epoche, il che costituisce una conferma innegabile della coesistenza di uno stile locale e di un altro, originario di Trujillo.
Esistono quindi varie prove di coesistenza e di sincretismo tra gli stili Vicús e mochica di Vicús. Tuttavia è essenziale sapere che, da una parte, le genti di Vicús copiavano modelli mochicas pur conservando i canoni del proprio stile e che, dall'altra, lo stile mochica di Piura elaborava una produzione artistica secondo modelli venuti dal nord. È per questa ragione che nello stile mochica di Piura compaiono i portatori d'acqua, questi personaggi popolari della ceramica ecuadoriana, e anche certi tipi di volti, come quello del "vecchio", di cui si trovano gli equivalenti persino nel lontano nord, fino a Tumaco, in Colombia. Questo non ha niente di sorprendente, in quanto la regione di Vicús offre numerose prove di reali contatti con il sud della Colombia e il nord dell'Ecuador. Infatti, figurine in lamina d'oro dagli occhi di platino, che appartengono senza alcuna possibile contestazione allo stile Tumaco-La Tolita, sono state scoperte a Frías, situata nell'entroterra montuoso di Vicús. Da là proviene la statuetta in terracotta detta lo Scriba, chiaramente imparentata con lo stile Capulí della regione del Nariño e del Carchi. La regione di Frías offre infine indizi più che sufficienti per l"ipotesi di contatti tra l'estremo nord del Perù e il sud del1'Ecuador, se non altro per la presenza, nelle due zone, di tombe a forma di stivale profonde da 15 a 25 metri o per le straordinarie analogie tecniche e stilistiche tra la metallurgia di Capulí e quella di Vicús. Piura fu dunque un'area di contatti, una specie di grande crocevia di scambi posto sotto il controllo mochica in epoca Vicús. Alcuni pensano anche che il minerale usato in metallurgia provenga da questa regione; sia quel che sia, si tratta indubbiamente di un luogo intermediario tra le Ande settentrionali e quelle centrali.
Lo stile Vicús-Vicús, il cui aspetto "primitivo" attira tanta attenzione, non ha equivalenti nelle Ande. La mancanza di proporzioni e l'"esasperazione" delle figure umane e animali, lo sprezzo assoluto dei modelli naturali si coniugano con forme di recipienti grottesche o semplicistiche. Se non si trattasse di uno stile ben definito e ampiamente documentato, si potrebbe credere di trovarsi di fronte alle esperienze di un apprendista vasaio, di un apprendista di grande talento però. La decorazione ricorre a due tecniche diametralmente diverse: il contrasto del chiaro e dello scuro, ottenuto mediante l'affumicatura a negativo, e l'applicazione di una pittura bianca fissata con la cottura, il cui risultato è una tricromia singolarmente felice. I vasi fischiatori a doppio corpo hanno forme particolarmente caratteristiche. All'interno del Vicús-Vicús si distinguono due fasi, l'una antica, raffinata e ricca di particolari (AB), separata da una fase di transazione (C) in cui lo stile s`impoverisce, e un'altra in cui l'esecuzione è più sciatta, con una tendenza alla ripetizione degli elementi decorativi (DE).
Anche la tradizione mochica di Vicús si trasforma, passando dai pezzi antichi, che evocano lo stile Virú (o Gallinazo), alle forme indiscutibilmente mochicas. Uno stile detto Bianco, in quanto usa il caolino, ricorda infine quello di Tumaco-La Tolita, pur presentando molti caratteri peculiari, come la rappresentazione del personaggio soprannominato "Dio dalle grosse sopracciglia", ignoto nella regione di Trujillo e che sembra squisitamente originario di Piura. Un'altra importante espressione dell'arte di Vicús è la lavorazione del rame, di una specie di bronzo e della lega oro-rame. Si fabbricavano così attrezzi per arare, armi di lancio e anche raffinati ornamenti. In quest'epoca si sapeva "dorare" il rame mediante l'applicazione di acido ossalico sulla lega di oro e rame.