Civiltà Cupisnique. Bottiglia.

 

 

 

 

 

 

 

 

Civiltà Cupisnique. Bottiglia.
Bottiglia in terracotta ingobbiata, lustrata, levigata e incisa. Epoca Periodo Orizzonte Antico, 1000-500 a.C.. Dimensioni: h.cm.20,5.
Provenienza:
Mazzoleni Sambonet Arte, Milano (I). 1997.
Expertise:
Valeria Mazzoleni, Milano (I). 1997.
Catalogazione: AP 6/1997.

 

 

 

 

 

 

 


Tratto da: "L'America precolombiana. Le Ande. Dalla preistoria agli Incas". 1992.
Danièle Lavallée, Luis Guillermo Lumbreras.


Fino a poco tempo fa, si definiva come Chavín classico la ceramica Cupisnique della costa nord, mentre queste due culture non hanno avuto né i medesimi dei né la medesima arte. Se è vero che numerosi elementi formali dell`arte Chavín furono integrati nell'arte del nord, è vero anche il contrario: fenomeni derivati da scambi prolungati tra queste due culture, ma non dalla loro identità. All'origine di entrambe stanno sicuramente l'arte preceramica di Huaca Prieta e altri fattori ancora da scoprire.
Lo stile Cupisnique della costa delle Ande del nord del Perù, contemporaneo dello Chavín della costa centrale, è dunque uno stile autonomo la cui specificità si afferma col procedere delle scoperte. Tra i caratteri tipici di Cupisnique spicca un elemento che per lungo tempo fu considerato, erroneamente, proprio di Chavín, mentre non vi apparve che molto tardi per diffondersi in seguito in altre regioni del Perù. Cupisnique è infatti l'antitesi di Chavín: mentre in quest'ultimo stile i motivi sono sempre piatti e costituiscono l'elemento decorativo principale, nello stile Cupisnique, dove domina la scultura, sono secondari e poco significativi. A quest'epoca risale, nell'arte della ceramica del Perù, quella cesura tra scultura e disegno che sopravviverà per tutta la sua storia e si esprimerà in due aree distinte: il nord dove dominerà la scultura e il sud dove s'imporrà sempre il disegno. In altri termini, l'arte del nord, che si avvale dei volumi, s'opporrà sempre a quella del sud, legata alle superfici che vengono trattate come se fossero un tessuto.
Con Cupisnique appare in Perù la ceramica a tutto tondo, anche se le epoche precedenti avevano prodotto alcune opere plastiche di grande bellezza, come gli idoli d'argilla di Curayacu, a sud di Lima. L'evoluzione dello stile Cupisnique non ci è ancora ben nota, ma è evidente che seppe molto presto sfruttare tutte le possibilità plastiche dell'argilla e riprodurre perfettamente tanto le forme più elaborate osservate nella natura quanto le altre, create dallo spirito a immagine di una cosmogonia complessa. Le forme usate per i recipienti, in particolare la bottiglia col collo a staffa, favoriscono ampiamente questa tendenza per il modellato, liberando di qualsiasi elemento funzionale l'intero volume del manufatto, che viene a essere più soggetto all'estro dell'artigiano. Questo non avveniva per le bottiglie dal collo tubolare dello stile Chavín, dove la relazione diretta tra il contenitore e l'elemento per versare sottometteva in un certo qual modo la forma alla funzione e ne limitava la trasformazione.
Si è molto insistito sull'uso predominante, sia nello stile Cupisnique sia in quello Chavín, dell'incisione come mezzo di espressione artistica. Questo vale interamente per Chavín ma parzialmente per Cupisnique. Si sarebbe tentati di vedere, per il primo, il riflesso dell'uso della pietra e, per il secondo, quello dell'uso dell'argilla. Abbiamo notato infatti che, a Chavín, la pietra costituiva il supporto delle rappresentazioni figurative, mentre a Cupisnique era la terra che serviva per scopi similari, cioè per modellare gli idoli che ornavano i templi della costa settentrionale. La Huaca de los Reys (tempio dei re), presso Trujillo, decorata di gigantesche teste di felini a tutto tondo, ne costituisce un magnifico esempio.
La pittura fu usata in entrambi gli stili, ma unicamente per creare un contrasto tra due superfici. Il medesimo effetto poteva essere ottenuto mediante punteggiature, tratteggio incrociato e righe, oppure con la semplice contrapposizione tra zone lucidate e no. Lo stile Cupisnique usò soprattutto una pittura nera a base di grafite, applicata su superfici rosse. Si ignora ancora l'origine di questa tecnica, che appare anche a Kotosh (stile Kotosh-Kotosh), e doveva logicamente esistere anche a Chavín. I manufatti così decorati e trovati nel sito di Chavín sono però incontestabilmente di stile Cupisnique, anche se alcuni possono essere stati fabbricati in situ.
A Chavín la decorazione dipinta è rara e i pochissimi pezzi noti, della varietà detta "Mosna", dovrebbero provenire dall'estremo nord del Perù. Sono infatti strettamente imparentati con le ceramiche ecuadoriane di stile Chorrera e non possono quindi essere considerati come autentico Chavín. Presentano una superficie chiara, di tinta giallo pallido, sulla quale, per la prima volta nell'arte peruviana, il colore -qui il rosso- è usato per riprodurre alcuni motivi, che imitano, o meglio sostituiscono, l'incisione e lo champlevé. Infatti Cupisnique non rappresenta la più settentrionale manifestazione dell'epoca formativa: in Ecuador, dopo le precocissime società rurali di Valdivia e di Machalilla, si sviluppa la cultura di Chorrera, che si estende rapidamente all'intero paese e influenza moltissimo il Perù settentrionale. Ed è probabile che abbia avuto contatti con Chavín.