Civiltà Chancay. Tessuti.

 

 

 

 

Civiltà Chancay. Tessuto.
Frammento di bordo realizzato con la tecnica ad arazzo, decorato da una sequenza di personaggi e gradoni. I personaggi sono raffigurati in visione laterale ed indossano delle acconciature a mezzaluna. La conformazione delle teste è più zoomorfa che antropomorfa. Epoca Periodo Intermedio Recente, 1000-1450 d.C.. Dimensioni: cm.20,5x19,5.
Provenienza:
Mazzoleni Sambonet Arte, Milano (I). 1996.
Expertise:
Valeria Mazzoleni, Milano (I). 1996.
Catalogazione: AP 1/1996.

 

 

 

 

 

 

 

 

Civiltà Chancay. Tessuto.
Frammento tessile ad arazzo in lana. La decorazione raffigura dei pesci stilizzati racchiusi n in campitura romboidale. Epoca Periodo Intermedio Recente, 1000-1450 d.C.. Dimensioni: cm.48x31.
Provenienza:
Mazzoleni Sambonet Arte, Milano (I). 1997.
Expertise:
Valeria Mazzoleni, Milano (I). 1997.
Catalogazione: AP 3/1997.

 

 

 

 

 

 

 

 

Tratto da: "L'America precolombiana. Le Ande. Dalla preistoria agli Incas". 1992.

Danièle Lavallée, Luis Guillermo Lumbreras.

 

L'arte di Chancay deve la sua fama soprattutto ai tessuti che, molto più delle modeste vestigia architettoniche portate alla luce, testimoniano della ricchezza e della raffinatezza di questa civiltà. Sono, con quelle di Paracas, le più elaborate e le più fini del Perù antico. Come nella ceramica, i motivi ereditati da Huari, che vi dominano brevemente, scompaiono presto. La lana, prodotto degli altipiani, viene sostituita dal cotone, allora coltivato in gran quantità in ogni oasi. E anche certe tecniche conoscono un favore maggiore di prima: molti arazzi, già in auge all'epoca Huari, ma più ancora tele ottenute mediante una tecnica più semplice (l'incrocio regolare dei fili della trama e dell'ordito della medesima grossezza e materia). Negli arazzi, sempre in lana su cotone, è molto usata la tecnica del kilim che consiste nel lasciare liberi gli intervalli tra due superfici di trama dai colori diversi. Anche i broccati e i ricami sono numerosi, pur senza raggiungere la produzione dei ricami di Paracas.
Due tecniche conoscono però una vera età dell'oro: quella della garza, già nota in epoche anteriori ma poco usata, secondo la quale i fili dell'ordito, invece di essere paralleli, si incrociano, permettendo così di ottenere pezzi, quasi sempre in cotone, di un'estrema finezza, e quella dei tessuti dipinti, anch'essi di cotone, la cui nuova voga sembra riflettere (come per il vasellame) la necessità di una produzione abbondante e veloce. Fabbricati per scopi ornamentali (tappezzeria) e non più soltanto per servire come vesti o sudari, questi tessuti hanno una gamma cromatica ridotta, in cui dominano varie tonalità di bruno, ravvivate da chiazze azzurre o porpora.
In compenso, ormai indipendente da qualsiasi costrizione strutturale, il disegno erompe più liberamente che nelle opere di tessitura, dove prevalgono necessariamente forme angolose. Nei tessuti dipinti il disegno guadagna in flessuosità e in fantasia pur usando i medesimi temi. Tuttavia la ripetizione dei motivi e la mancanza di nitidezza nei contorni suggerisce che in molti casi si sia ricorsi all'uso più economico di una sagoma traforata.
Per altri tessuti dipinti, dalla decorazione molto più semplice, si adotta la tecnica della tintura a riserva: alcune parti del tessuto vengono strette con legacci prima di immergere la stoffa nel bagno di colore, per evitare che quest'ultimo vi penetri; si ottengono così motivi a forma d'anello irregolare e la medesima operazione, ripetuta con colori diversi, permette di realizzare complessi effetti cromatici.
Non potremmo esaurire questa breve panoramica delle tecniche tessili usate da tutti i popoli costieri del Perù durante questo periodo senza ricordare i famosi tessuti di piume o, più esattamente, ricoperti di piume, dei quali Raoul d'Harcourt ha descritto in modo molto preciso la fabbricazione: le piume erano dapprima fissate, mediante piccoli nodi che trattenevano il calamo, lungo una cordicella; questa veniva poi cucita sulla tela di cotone che aveva la funzione di supporto; la fitta sovrapposizione delle cordicelle mascherava a poco a poco il tessuto, creando così un rivestimento serico di piume embricate come un tetto d`ardesia. L'impiego alternato di piume di uccelli litoranei (colibrì, piccoli pappagalli) e di uccelli catturati nella regione amazzonica permetteva di ottenere mosaici cangianti i cui colori, dopo essere rimasti sotto terra per secoli, appaiono oggi appena alterati.