Mars 2012. L’ignoto.
C'è l'ignoto assoluto, l'elemento insito nel nostro esistere,
quello di cui si narra nell'epilogo,
l'ignoto della ricerca, della scienza, dei grandi temi,
patrimonio di fortunate elite culturali
con cui si giocano, ampliandoli,
i confini del sapere universale dell'uomo.
Ma c'è anche l'ignoto da scandagliare, rincorrere, affrontare:
quello che si può anche eludere, ma che eludendolo
rende la vita meno significante, meno stimolante, monotona e ripetitiva,
esente da vibrazioni, non percorsa da fremiti.
Parlo dell'ignoto che trovi in un oggetto d'arte,
in un reperto archeologico, in un libro antico,
in una donna, in un uomo, in un bimbo,
che è l'ingrediente che ti fa perdutamente innamorare di loro.
Parlo dell'ignoto che è dentro noi stessi,
che ci invita ad esplorare sempre più l'intimo dell'anima e della mente,
sapendo sempre e comunque che una parte di loro rimarrà oscura e misteriosa.
Parlo dell'ignoto con cui hai a che fare
quando sai mettere in discussione te stesso,
quando decidi di chiudere la porta del passato,
avendo la forza di aprirne un'altra,
quando vuoi rimescolare le carte delle tue convinzioni cercandone nuove.
Solo chi sa confrontarsi con l'ignoto,
al capolinea potrà dire come Neruda: "confesso che ho vissuto".
La mente ama l'ignoto.
Ama le immagini il cui significato è sconosciuto,
poiché il significato della mente stessa è sconosciuto.
René Magritte
Per rappresentare l'ignoto, tema del "mestée del mes", riporto la recentissima impresa di un team di ricerca russo che nel febbraio 2012, trivellata la barriera di ghiaccio antartica, ha raggiunto il lago Vostok, un bacino di acqua temperata sepolto da almeno venti milioni di anni. Un mondo isolato e autonomo rispetto alla Terra, la cui scoperta pone serie questioni ambientali. Con tanti interrogativi e anomalie, al momento senza risposta.
Una mappa per individuare il sito, una ricostruzione in sezione della trivellazione, alcune immagini della stazione, del team di ricerca russa, completano la narrazione.
Le altre foto che incorniciano la narrazione, richiamano, a mia personale lettura, il tema e il contesto: il tema è l'ignoto provocato dalle nebulosità, dalle dense foschie, che offuscano la percezione della realtà, dissolvono simbolicamente i confini del conosciuto, il contesto è quello delle latitudini polari, nello specifico non antartiche ma artiche. Sono immagini (proposte in B&W) riprese durante il mio girovagare lungo le coste settentrionali delle Svalbard a bordo di una rompighiaccio russa.
Il lago Vostok, subglaciale e grande come l'Ontario, lungo quasi 250 chilometri e largo 50, profondo 1000 metri, è il più grande delle centinaia di bacini sotto l'Antartide. Forse gli strati che ricoprono il lago sono più recenti, nell'ordine delle decine di migliaia di anni, ma tradotti in misure, equivalgono comunque a tre chilometri e oltre di spessore glaciale, che le trivelle russe impegnate nella spedizione hanno finito di perforare in questi giorni(febbraio 2012), dopo trent'anni di lavori.
La zona di Vostok è ammantata di mistero oltre che di ghiaccio, da sempre, non ultima la sparizione del team di scienziati impegnati nei lavori svolti tra la fine di gennaio e inizio febbraio 2012, di cui hanno dato notizia network importanti come la Fox, per poi riapparire improvvisamente dopo una settimana di comunicazioni interrotte. E la vera avventura comincia adesso, perché fare luce sui misteri del lago, l'ambiente che lo circonda, potrebbe rappresentare per la scienza un episodio di importanza sensazionale.
L'enorme bacino subglaciale, scoperto negli anni 70, nasconde un tesoro tutto da stimare per quantità e qualità. Di sicuro c'è che l'acqua che contiene è purissima, incontaminata dall'ambiente terrestre, e così è rimasta per venti milioni di anni. L'ecosistema è quindi quello di quell'epoca, con tutto ciò che può comportare per forme di vita vegetali, animali, microbiali. Ma c'è molto di più. Il lago è sovrastato da una cava di ghiaccio, che contiene ossigeno e esercita pressione. A questo si aggiunge la temperatura dell'acqua, che verso la superficie è più fredda, ma che in alcune zone arriva intorno ai 30 gradi. Un posto piacevole per nuotare, se non fosse tremila metri sotto l'Antartide.
Il fenomeno viene spiegato con un'ipotesi suggestiva: il bacino che ospita il lago sarebbe in una zona in cui la crosta terrestre è più sottile, da qui l'acqua temperata. E a questo punto si aprono gli scenari più incredibili. Quali forme di vita contiene il lago, che tipo di ambiente è? E comunque la si metta, si tratta di forme di vita da noi oggi considerabili completamente aliene, al mondo di oggi e al nostro ambiente, tanto che la scienza considera Vostok come un campo di allenamento per comprendere Europa, satellite di Giove dalla composizione ambientale molto simile a questo tesoro chiuso nello scrigno dell'Antartide.
Il bacino del lago Vostok potrebbe essere un vero e proprio endopianeta, un mondo sconosciuto e autonomo all'interno del pianeta Terra, rimasto a venti milioni di anni fa. Secondo ipotesi non prive di fascino, il ciclo dell'acqua potrebbe essere completo, la conca della caverna ospitare fenomeni meteo, piogge e temporali e spostamenti d'aria, e forse forme di vita complesse. Sicuramente, ci sono i batteri. Un aspetto che crea più di un problema, perché il nostro mondo e quello dimenticato del lago Vostok potrebbero essere incompatibili. Un agente proveniente dalla Terra potrebbe contaminare e sterminare la biologia del lago in pochi minuti. Così come un agente proveniente dal lago, sconosciuto per il nostro ambiente e potenzialmente pericoloso potrebbe provocare problemi imprevedibili per tutto il pianeta.
Per questo nell'opera di scavo, il team russo ha prestato attenzione totale al pericolo di contaminazione biunivoca. L'acqua da analizzare proveniente dal lago sarà prelevata creando un foro attraverso cui la pressione spingerà il liquido in alto. Si attenderà quindi il ricongelamento e poi verranno presi i campioni. Naturalmente il momento del taglio del ghiaccio per praticare il foro è quello più delicato, quello in cui il nostro mondo e i nostri batteri entrano in contatto con un universo misterioso intrappolato da milioni di anni.
Ma i misteri di Vostok non sono finiti. Ce n'è un altro, ugualmente importante ma dai contorni ancora meno definibili. Nella zona sud-occidentale del lago, i team di ricerca hanno individuato e verificato per anni la presenza di una fortissima anomalia magnetica, ritenuta di origine inspiegabile, che si estende 105 km per 75. Alcuni ricercatori pensano che anche questo fenomeno sia da attribuirsi all'assottigliamento della crosta terrestre in quel punto, ma alcuni rilievi effettuati da rilevatori sismici hanno individuato la presenza di un elemento metallico di forma circolare o forse cilindrica che appare dal diametro molto esteso, alla base del lago.
L'ipotesi è che possa essere questa non specificata struttura a generare l'alterazione di 1000 nanotesla nel campo magnetico di una zona così estesa. Un elemento che ha aperto scenari da X-Files, che vedono già i sostenitori della presenza di un gigantesco Ufo seppellito di ghiacci, contro chi parla di un elemento meteorico.
Di certo c'è che la forma dell'oggetto misterioso appare particolarmente regolare. Voci non confermate riportano che l'agenzia nazionale per la sicurezza degli Usa (NSA) abbia perimetrato la zona, secretato le comunicazioni sull'area e impedisca l'accesso per chiunque, per "evitare contaminazioni". (T.Toniutti, 2012)
L'ignoto esiste ed è semplicemente una cosa meravigliosa.
E' ciò che non conosciamo.
Noi non sappiamo tutto quello che accade nel tempo e nello spazio,
e nemmeno se esiste veramente lo spazio-tempo.
L'ignoto c'è nel macroscopico, nel microscopico e ovunque intorno a noi.
Esiste nel nostro cervello, nella scienza, nella filosofia.
In questo momento, proprio ora mentre state leggendo,
è l'unica certezza che avete.
Non lo conosce ne la mente razionale,
ne quella irrazionale e neanche l'inconscio.
Nessuno può parlarne, non può essere descritto, ma esiste.
Per molto tempo è stato sottovalutato, è stato messo da parte,
perché vogliamo vedere solo le certezze,
ma fortunatamente, questa parola,
inventata chissà da chi e chissà quando, non è stata cancellata.
Noi stiamo andando verso l'ignoto,
e questo è un modo per andare al di là del bene e del male.
Nell'ignoto c'è di tutto,
le nostre paure, le nostre speranze,
il possibile, l'impossibile.
liberamente tratto da RDJ
La non accettazione dell'ignoto come fattore imprescindibile della esistenza,
sia nell'universale come nel quotidiano incedere,
la mancata profonda introiezione della sua imperscrutabilità,
ha sempre fatto evocare nell'uomo il soprannaturale,
magia e superstizione, esoterismo e religione,
con l'intento di esorcizzarne paura e angoscia.