Depilarsi le sopracciglia.

 

 

 

 

"Impara ad affliggerti, che di godersela anche i coglioni sono capaci". La splendida asserzione di Venedikt Vasil'evic Erofeev, scrittore russo dalla vita tormentata, oggi la ripeteremo come un mantra per evitare che la depressione assuma in noi dimensioni esagerate.
Sì, perché questa volta parliamo di una miserrima moda che da qualche tempo sta prendendo piede tra gli uomini: depilarsi le sopracciglia. Non bastavano gli uomini che parlano di sé in terza persona, quelli che si depilano petto e ascelle e quelli che firmano con cognome e nome, no! oggi per estinguere definitivamente l'iconografia del maschio alfa sono arrivati quelli che si correggono le sopracciglia con le pinzette, instrumentum diaboli, oggetto che fino a qualche anno fa era ad appannaggio esclusivo delle donne.
Ad ali di gabbiano, sottilissime o troncate geometricamente, alcuni le accorciano pensando, tragicamente, di esaltare i tratti somatici, invece l'unico risultato è che cambiano l'espressione portandola oltre il risibile, tipo il mosaico che ritrae Giustiniano I nella basilica di San Vitale a Ravenna (googolare per credere).
Quando qualche anno fa uscirono le prime foto del Bossetti, che anche per la Corte d'Assise d'Appello di Brescia è colui che ha ucciso la povera Yara, la prima cosa che balzava all'occhio, a parte l'avidità di madre natura nel foggiare quel viso, erano proprio loro, le sopracciglia ritoccate, nel suo caso anche ossigenate, bionde finte: estetica della bestia, appunto, miseria esistenziale. Questa pratica è poi molto trasversale rispetto alla società, trova casa sia negli ambienti putridi, tipo il kitsch di Gomorra, i vari Savastano portano le sopracciglia in questione, sia nel mondo dorato delle celebrità, arrivando anche ai vertici dello sport, ad esempio il calcio: Cristiano Ronaldo, infatti, si corregge le sopracciglia.
Noi siamo sostenitori del liberalismo sempre, e tutto è concesso fin tanto che non si ledano i diritti altrui, però un'icona mondiale che fa solo figli con madri surrogate, si fa spalmare la crema solare da amici muscolosi su mega-yacht e si corregge i peli sopra agli occhi non aiuta l'immagine del sesso forte a rimanere tale.
Comunque sia, per capire che questa cosa delle sopracciglia non andrebbe fatta basta riguardare qualche foto di calciatori del passato, da Antonio Cabrini a Paolo Pulici, da Roberto Boninsegna a Gianluca Vialli, da sempre simboli virili, liberi, capelli selvaggi o senza, alcuni coi baffi, insomma niente vanagloria del pelo troppo curato. Che poi significa, semplicemente, essere uomini non troppo influenzabili dalle mode, soprattutto quelle più volgari, quindi cittadini e non clienti, come direbbero i dogmatici dell'anticapitalismo.
Solo il pensiero di vederli all'opera, questi contemporanei, è ripugnante: pensarli allo specchio con la pinzetta in mano, a emettere quei versetti di sofferenza a ogni pelo strappato è cosa da censurare. Sofferenza in cambio di (presunta) bellezza. Rilke diceva che il bello non è "che il tremendo al suo inizio". Ma questo non è il bello, è lo sconcio. Perché laddove il confine del risibile col ridicolo scompare, non può che regnare il farsesco.
  
Luca Sommi, 2017