Sealand.

 

 

 

 

"Perché io no?" E' il mantra moderno, una frase tanto adolescenziale quanto profonda. E la sua forma più estrema è esilarante ma inevitabile: perché non posso avere il mio paese personale? Con le mie leggi. Non sarebbe uno spasso? Non sarebbe quella la vera libertà? E, se si potesse scegliere, perché non potrebbe essere un'isola? Lì, i tuoi confini sono certi e al di là di ogni dubbio. Per quanto piccola possa essere, su un'isola la tua indipendenza è tangibile. Con un briciolo di fortuna nessuno reclamerà il tuo regno, che sarà lì ad attenderti, e tu dovrai soltanto mettere piede sulla riva, spiegare la tua bandiera e dichiarare la sovranità su di essa.
Proprio come accaduto a Sealand.
Il Principato di Sealand è uno "stato indipendente" creato nel 1967 da un maggiore dell'esercito in pensione, "Paddy" Roy Bates, su una piattaforma di artiglieria della seconda guerra mondiale. Si trova su Rough Sands, di fronte alla costa dell'Essex, e ha una superficie abitabile di 550 metri quadrati. La struttura era stata costruita in acque internazionali e abbandonata dopo il conflitto, e così, quando il 2 settembre 1967 Bates e famiglia si inerpicarono su un lato della vecchia fortezza marittima, si sentirono in diritto di rivendicarla. Bates assegnò a sé stesso e alla moglie i titoli di principe e principessa, e la "famiglia reale" si dedicò a trasformare Sealand sia in una casa che in un regno.
Delle svariate nazioni autoproclamatesi indipendenti o delle micro-nazioni, Sealand è il miglior esempio possibile di una sottospecie chiamata stati-piattaforma, la cui durata si è spesso rivelata effimera. Il fratello di Ernest Hemingway, Leicester, fu per un breve periodo il presidente della Repubblica di Nuova Atlantide, fondata su una struttura di bambù davanti alle coste occidentali giamaicane e ancorata usando un asse ferroviario e un blocco motore Ford. Dopo la sua distruzione nel 1964 per opera di un uragano, Hemingway diede vita a un altro feudo, Tierra del Mar, una piattaforma di 840 metri quadri su un banco di sabbia vicino alle Bahamas. In quel caso però il Dipartimento di stato americano, temendo che potesse essere usato come trampolino da potenze nemiche per annettersi le isole vicine, lo convinse a non dichiararlo territorio indipendente.
In confronto a quelle imprese così fragili, Sealand ha una storia lunga e complessa. Nel 1969, la Marina militare britannica mandò due cannoniere per sfrattare gli occupanti. Roy Bates le accolse sparando alcuni colpi di avvertimento e fu arrestato. Tuttavia, riuscì a convincere un tribunale di Chelmsford che la legge inglese non si applicava a Sealand: la sentenza del 25 novembre 1968 stabilì che lo stato-piattaforma si trovava fuori dal territorio nazionale e di conseguenza non poteva essere sottoposto alla sua giurisdizione. Spronati da quel successo entusiasmante, i cittadini della piattaforma cominciarono a coniare monete d'oro e d'argento, i dollari di Sealand e a produrre francobolli, curiosità per collezionisti che contribuirono a finanziare il nuovo regno. A quelli si aggiunse poi l'emissione di passaporti, sebbene non sia chiaro se anch'essi finirono in vendita.
Il successivo evento cruciale nella storia di Sealand si svolse nel 1978, quando un gruppo di uomini d'affari olandesi e tedeschi si presentò con una proposta commerciale. Una volta lì, si impossessarono con le armi della piattaforma e tennero prigioniero per tre giorni il figlio di Roy Bates, nonché erede al trono, il principe Michael, liberato solo dopo una controffensiva organizzata dal padre. Island News, il giornale online dell'isola, riporta la versione di Bates: "Abbiamo chiamato un amico che possedeva un elicottero e che in passato aveva fatto da stuntman in numerosi film di 007. Io sono sbarcato dal velivolo con un'arma in mano, ho sparato un colpo e ho urlato: Mani in alto. E' così che è andata".
Ci furono diversi spari ma nessun ferito, e nel più classico stile James Bond gli aggressori furono sopraffatti e catturati. Quando il governo di Bonn sollecitò l'intervento del governo di Sua Maestà, si vide rispondere che la fortezza non era sotto la giurisdizione inglese. I prigionieri furono rilasciati solo dopo l'intervento di un diplomatico tedesco, anche se i primi a potersene andare furono i cittadini olandesi: l'unico tedesco del gruppo di assalitori fu detenuto un po' più a lungo perché, avendo accettato il passaporto di Sealand, su di lui pendeva anche l'accusa di tradimento.
Quello fu il periodo d'oro di Sealand. Tuttavia, la maggior parte dei giochi, anche quelli più belli, alla lunga finiscono sempre per annoiare i partecipanti, spingendoli ad accantonarli. Nonostante il trionfo militare, negli anni ottanta Sealand cominciò a deteriorarsi e a cadere in disuso, e la sua indipendenza fu di nuovo messa in discussione nel 1987, quando il Regno Unito estese le sue acque territoriali da cinque a venti chilometri. Il principato però rispose nello stesso modo, dichiarando l'annessione delle cittadine costiere di Harwich e Felixstowe. A parte queste schermaglie, il governo di Londra comunque non ha mai provato a prendersi Sealand, anzi, ancora oggi continua a trattarla di fatto come uno stato indipendente.
Quanto al principe Roy, durante tutto il periodo della sua permanenza su Sealand non versò mai una sterlina alla previdenza sociale della sua madrepatria. Inoltre, le ripetute violazioni della legge britannica da parte di quella micro-nazione sono sempre rimaste impunite. Per dire, le lamentele di un equipaggio per i colpi di avvertimento sparati nel 1990 da Roy Bates verso la loro nave, colpevole di essersi avvicinata un po' troppo al suo regno, non varcarono mai la porta di un'aula di tribunale.
Nella storia ufficiale del loro stato, il clan Bates sosteneva che quell'atteggiamento fosse la "lampante dimostrazione" che il ministero dell'Interno inglese considerasse Sealand "una zona fuori dal suo controllo".
Sfortunatamente, la piattaforma fu risucchiata in acque più torbide a partire dagli anni novanta. Nel 1997, dopo il suicidio dell'assassino di Gianni Versace, la polizia americana scoprì cheb il proprietario della casa galleggiante di Miami dove fu rinvenuto il cadavere possedeva un passaporto proprio di Sealand. E nella primavera del 2000, la polizia spagnola arrestò una gang di Madrid dedita al traffico internazionale di stupefacenti e al riciclaggio in possesso di migliaia di passaporti sempre di Sealand. Interrogato dall'lnterpol, Roy Bates giurò e spergiurò di non sapere nulla dell'intera faccenda e di non essere stato a lui a venderglieli. "Sealand è stato un gioco, un'avventura, ed è davvero triste vedergli prendere questa piega", confidò a un reporter.
Alla fine, si scoprì che l'autore di quei falsi era lo stesso tedesco che quasi vent'anni prima aveva provato a impadronirsi con la forza della piattaforma e che, facendosi passare per il suo ministro dell'Economia, aveva creato una finta fondazione per lo sviluppo commerciale di Sealand e si vantava di aver venduto oltre centocinquantamila passaporti contraffatti. Sul sito ufficiale del micro regno si affermava inoltre che "molti passaporti falsificati sono stati venduti per mille dollari l'uno alle persone che hanno lasciato Hong Kong quanto è tornata sotto il controllo cinese".
L'affitto nel 1999 di Sealand alla società di internet HavenCo contribuì soltanto a macchiarne ulteriormente l'immagine. Un gruppo di investitori della Silicon Valley spese centinaia di migliaia di sterline per trasformarla in un server off-limits "per custodire ingenti quantità di dati". Pornografia infantile, spam e pirateria informatica con fini dolosi erano vietati, ma non essendoci alcun limite rispetto a copyright e proprietà intellettuale per i contenuti ospitati in loco, Sealand sembrò sul punto di trasformarsi in un centro nevralgico per la condivisione di file e per altre attività illegali. La famiglia Bates usò quell'iniezione di contanti per consolidare il proprio regno, installando un impianto di desalinizzazione, nuovi generatori, reti satellitari ad alta velocità, connessioni a microonde con il Regno Unito e chilometri di cavi. Grazie a quel denaro extra, il principe Michael poté inoltre crearsi un esercito e una marina personali, dotandoli di mitragliatori e potenti gommoni. Nonostante tutti quegli sforzi, il numero di clienti di HavenCo cominciò ben presto ad assottigliarsi, pare perché spaventati dal fatto che l'intera rete di collegamento di Sealand passava dal Regno Unito (che, giova ricordare, ormai riteneva che la piattaforma si trovasse all'interno delle sue acque territoriali).
Nel 2008 HavenCo fallì e Michael Bates informò i media che la nazione era in vendita per la cifra di settecentocinquanta milioni di euro, anche se in realtà probabilmente si trattava solo di uno stratagemma per risvegliare un po' di interesse di altri possibili affittuari. Tuttavia, senza nuovi fondi, alla fine degli anni zero Sealand si ritrovò ancora una volta disabitata, mentre il principe Michael si trasferì a Leigh-on-Sea. Ed è lì che il padre ha passato gli ultimi giorni della sua esistenza, prima di morire il 9 ottobre 2012, all'età di novantuno anni.
A Sealand News, Joan Bates, la moglie, offrì una visione romantica della vita su Sealand: "È stata una favola. Esiste un regalo più bello che un uomo possa fare a una donna, che renderla principessa di un possedimento tutto suo? Adoro essere chiamata così. Quando viaggiamo all'estero, veniamo sempre accolti con grande clamore e trattati come reali".
Si tratta di una fantasia comprensibile. Chiunque di noi sia annoiato e frustrato dalle interminabili regole e dalle burocrazie impersonali degli stati convenzionali, è allettato dall'idea di crearsi un proprio regno. Anzi, a dirla tutta, negli ultimi anni Sealand si è trasformata in un'icona per una nuova generazione di pianificatori eco-libertari. Il Seasteading Institute, fondato nel 2008, che considera pionieristica quell'avventura, definisce così il proprio compito: "Creare piattaforme marittime sostenibili dove le persone possano scegliere di vivere se insoddisfatte dalla loro esistenza sulla terraferma". I regni artificiali sul mare stanno acquisendo sempre più popolarità, un fenomeno che si riflette in parte nelle isole di recente costruzione nelle Maldive e a Dubai, ma anche in una nuova generazione di navi da crociera che si stanno trasformando in insediamenti permanenti che vagano per i mari.
Ma il vero fascino di Sealand ci conduce in un territorio che quelle iniziative si limitano soltanto a sfiorare, e che ha a che fare con l'indipendenza, la sovranità e la sensazione di possedere davvero un luogo proprio. Pur trattandosi soltanto di una sciocca fantasia, è comunque importante e, soprattutto, molto umana.

 

Alastair Bonnet, 2020.