Nutella.

 

 

 

 

La Nutella costituisce un vero e proprio fenomeno di massa che ha toccato molteplici aspetti: dallo storico al sociale, dallo psicologico al pubblicitario.
La morbida crema al cioccolato, ideata dalla Ferrero e messa sul mercato nel 1963, rappresenta un caso unico ed esemplare nel corredo gastronomico del nostro Paese: ogni anno se ne consumano in Italia 200 mila quintali, pari a 60 milioni di barattoli. Circa mille quintali al giorno da spalmare sul pane e far venire l'acquolina in bocca. Peccato di gola o non, confessiamolo pure che fin dalla nostra tenera età siamo stati dei "Nutellari". Magari si correva di nascosto nella dispensa di cucina, lontano da occhi indiscreti, i scovava il barattolone di Nutella e poi cominciava il rito sacrale.
Ma come nasce l'idea della Nutella? Siamo ad Alba, nel cuore delle Langhe. Qualcuno ha scritto: "Quando ad Alba tira vento dal Monviso verso la città irta di torri del periodo comunale, si sente il profumo dolce e pungente della Nutella che si spalma sulle case, sui tetti, sui mammelloni cari a Pavese. Lì nasce la crema". Ed è proprio qui, nel 1945 che il mastro pasticciere Pietro Ferrero inventa il Giandujot, l'antenato della Nutella. L'artigiano piemontese crea un panetto da tagliare a fette che evoca la grande tradizione dolciaria piemontese. Nel 1949 il Giandujot diventa crema da spalmare e a casa Ferrero si avverte una profonda trasformazione, che la porterà ad essere nei decenni successivi un grande centro industriale ed internazionale. Infatti, si narra che, a causa del grande caldo, i pani di Giandujot cominciano a sciogliersi, trasformandosi in crema. Perciò i negozianti iniziano a venderla come merenda da spalmare. Altri invece raccontano che il prodotto si sciolse in un magazzino di Alba costringendo a travasarlo in barattoli. Da quel momento la Ferrero modifica la formula del suo prodotto rendendola più morbida e spalmabile. Venduta in barattoli, nasce la Supercrema, l'erede diretto del Giandujot.
Mentre nel 1962 la ditta dolciaria piemontese conquista i mercati d'oltralpe, in Italia viene varata una legge che tende a vietare nomi superlativi ai prodotti di consumo. La scelta del nuovo marchio, dopo la proposta di diverse ipotesi, ricade su "Nutella", che è riconducibile ad un ingrediente più tipicamente nostrano: la nocciola, a cui erano aggiunti zucchero, cacao e una certa quantità di burro di cocco. Il risultato era una crema morbida ma compatta, nella quale il profumo dolce del cacao si mescolava nell'amarognolo delle nocciole. Il nuovo marchio, depositato nell'ottobre del 1963, nasce dalla fusione della radice inglese NUT (nocciola) con la desinenza -ELLA, apparentemente insignificante ma che richiama qualcosa di buono. La combinazione vincente è arrivata così come quella dei colori del marchio. Il nero della N pone un accento sull'ingrediente nocciola così come il rosso delle altre lettere rievoca calore ed energia.
E così Nutella è destinata a diventare un fenomeno planetario. All'interno del mitico Carosello, nel 1967 arriva il primo spot pubblicitario e così l'Italia della tivù in bianco e nero si innamora della Nutella. Negli anni settanta,i bambini di tutte le nazioni sono protagonisti della prospera campagna pubblicitaria "La crema da spalmare che ha più radici nel mondo" e nei primi anni ottanta, il regista Nanni Moretti la cita addirittura in una celebre scena del suo film "Bianca" (1984), come antidoto alla depressione e alla solitudine.
Oggi che la celebrità del prodotto è indiscussa, la pubblicità punta direttamente sulla sua "necessità".
Ha ragione chi dice che la Nutella è "una specie di Madeleine proustiana", "una passione divorante", "incontrollabile" o addirittura "uno stato di percezione superiore".
 
Rosario Pipolo, 2009