Capacità decisionale e temperatura ambiente.

 

 

 

 

a temperatura dell'ambiente influisce sulle prestazioni cognitive e quindi sulle capacità decisionali. Il caldo indebolisce la capacità di prendere decisioni complesse, fino a spingere a evitarle mentre gli ambienti più freddi favoriscono questo genere di scelte, addirittura con risultati più efficienti. Il fenomeno sarebbe dovuto al fatto che il caldo provoca un consumo maggiore di risorse energetiche fondamentali come il glucosio, indebolendo le funzioni cognitive. Tuttavia, ciò che conta non è il valore assoluto della temperatura, ma la sua variazione.
Immaginate di essere in vacanza e fermarvi in un negozio: scaffali pieni di patatine e caramelle, frigoriferi pieni di birra, magliette in offerta... e una vetrina stracolma di biglietti delle più diverse lotterie. In genere non giocate, ma oggi siete sopraffatti dalla voglia di tentare la fortuna. Quale gioco scegliere? Uno dei tantissimi biglietti "gratta e vinci"? O un classico lotto?
La decisione potrebbe cambiare a seconda che siate in vacanza in Alaska o in Florida. Recenti ricerche suggeriscono infatti che un clima caldo indebolisce la nostra capacità di prendere decisioni complesse, anzi ci induce a evitare decisioni simili.
Nel caldo soffocante di un'estate tropicale, scegliere tra decine di biglietti gratta e vinci può apparire un compito insormontabile, che si preferisce evitare, magari optando per una schedina del lotto precompilata. Nel clima più freddo dell'Alaska, invece, la capacità di prendere decisioni complesse non dovrebbe essere influenzata; quando è freddo siamo in grado di valutare le opzioni e scegliere la migliore, non importa quanto sia complessa la decisione dal punto di vista cognitivo.
Benché l'idea che le nostre decisioni siano influenzate dalla temperatura dell'ambiente possa apparire bizzarra, ricordiamoci che il nostro cervello è un organo. E, come tutti gli altri organi, ha bisogno di energia per funzionare. Che si tratti di atti fisici o mentali, quasi tutto ciò che facciamo usa sempre la stessa fonte di energia: il glucosio. Usiamo il glucosio per camminare, parlare, respirare ed eseguire altre funzioni fisiche della nostra vita quotidiana. E usiamo il glucosio anche per funzioni mentali complesse , come prendere decisioni, esercitare l'autocontrollo, sopprimere le risposte emotive, o risolvere problemi di matematica. Ma il glucosio, questa fondamentale fonte di energia fisica e mentale, è una risorsa limitata.
Uno dei compiti più importanti del corpo è la regolazione della temperatura. Quando la temperatura è eccezionalmente alta (Florida) o eccezionalmente bassa (Alaska), dobbiamo usare energia, in forma di glucosio, per mantenere una temperatura interna salutare. Abbiamo i brividi o sudiamo per evitare l'ipotermia o il colpo di calore. Questi due processi di correzione però non hanno lo stesso costo: raffreddare il corpo sembra richiedere più energia rispetto a quella necessaria per riscaldarlo.
Le temperature elevate, quindi, hanno maggiori probabilità di esaurire le nostre risorse; il lavoro del nostro corpo per mantenere l'omeostasi consuma grandi quantità di glucosio. Poiché il glucosio è usato anche per i processi mentali, è possibile che lo sforzo fisico imposto dall'eccesso di calore riduca la nostra capacità cognitiva, influenzando in modo negativo le nostre capacità decisionali.
Questa eventualità ha incuriosito due ricercatori, Amar Cheema dell'Università della Virginia e Vanessa M. Patrick dell'Università di Houston, che hanno effettuato uno studio innovativo: hanno raccolto per un anno i dati di vendita dei vari tipi di lotterie nella St. Louis County (Missouri), che poi hanno analizzato in funzione della temperatura di ciascun giorno.
I risultati sono stati sorprendenti. Le vendite che di biglietti della lotteria richiedono di scegliere tra diverse opzioni diminuivano di 594 dollari per ogni aumento della temperatura di un grado Fahrenheit, mentre le vendite di biglietti che richiedevano meno decisioni non cambiavano. La PET valuta l'attività dei diversi centri cerebrali monitorandone i livelli di consumo di glucosio.
I ricercatori hanno così deciso di testare in laboratorio il collegamento tra meteo e decisioni complesse effettuando una serie di esperimenti per confrontare le prestazioni cognitive a due temperature apparentemente poco significative: 67 ° e 77 ° Fahrenheit (corrispondenti rispettivamente a 19,4°C e 25°C). Le persone tendono a essere maggiormente a proprio agio a circa 72 °F (22,2°C), quindi ciascuna delle due temperature rappresentava una deviazione di cinque gradi rispetto al massimo comfort.
Nonostante questa minima deviazione, i ricercatori hanno trovato notevoli differenze nel funzionamento cognitivo. In un esperimento, i partecipanti dovevano correggere un testo mentre erano in stanza calda (25°C) o fresca (19,4°C). Nella stanza calda, le loro prestazioni sono risultate significativamente peggiori rispetto a quelle dei soggetti nei locali freschi: non hanno rilevato quasi metà degli errori ortografici e grammaticali (quelli nei locali freschi, invece, ne hanno "perso" solo un quarto). Questi risultati suggeriscono che anche compiti cognitivi semplici possono essere influenzati negativamente da un eccessivo calore ambientale.
In un secondo esperimento, hanno rilevato gli stessi effetti per problemi cognitivi più complessi. In questo caso, i partecipanti dovevano scegliere tra due piani tariffari per cellulari, ancora una volta o in un ambiente caldo o in una stanza fresca. Uno dei due piani in apparenza sembrava conveniente, ma in realtà era più costoso; schemi decisionali semplici avrebbero quindi dovuto far scegliere il piano più costoso, mentre un'analisi più complessa quello con il miglior profilo costi-benefici. Difatti, i volontari nella stanza fresca hanno fatto la scelta giusta più di metà delle volte, quelli nella stanza calda, invece, solo un quarto. La temperatura più calda appare quindi rendere i soggetti più propensi a usare schemi decisionali semplici, che a loro volta portano a risultati peggiori, suggerendo che un processo decisionale complesso, anche di fronte a compiti cognitivi semplici, è influenzato negativamente dalle temperature calde.
Un terzo esperimento suggerisce che il caldo, oltre a indurre a sbagliare in un processo decisionale complesso, può addirittura spingere a evitarle del tutto. In questo test, i partecipanti dovevano scegliere tra due prodotti: un innovativo uno e uno tradizionale. I soggetti nelle stanze calde sono stati molto più propensi a scegliere il prodotto tradizionale, presumibilmente perché non disponevano delle risorse cognitive necessarie a valutare le nuove informazioni che riguardavano gli elementi innovativi.
Dimostrare che le differenze nelle funzioni cognitive sono legate alla temperatura, tuttavia, non significa necessariamente che queste differenze siano dovute a una riduzione della disponibilità di glucosio. E' possibile che questi effetti siano legati a un miglioramento nelle capacità cognitive in condizioni più fresche, più che a un deterioramento in condizioni più calde. I ricercatori hanno quindi aggiunto un fattore fondamentale a ogni test: hanno ridotto la disponibilità di glucosio in metà dei partecipanti prima di metterli nei rispettivi ambienti caldi o freddi. E' emerso che i soggetti in condizioni di caldo si comportavano quasi quelli con disponibilità ridotta di glucosio. Questo risultato suggerisce che le temperature calde provochino un esaurimento naturale delle risorse, che a sua volta indebolisce le funzioni cognitive.
Questo però non significa che chi vive in climi più caldi sia incline a prendere decisioni meno efficaci rispetto a chi vive in ambienti più freddi. Gli esseri umani sono molto adattabili; ci acclimatiamo automaticamente alle variazioni della temperatura ambientale e dopo un po' di tempo siamo in grado di dare prestazioni equivalenti sia nel caldo soffocante sia nel freddo gelido. La differenza sarebbe dovuta piuttosto a piccole deviazioni rispetto a una temperatura normale prevista. Anche se un giorno insolitamente caldo nell'Alaska settentrionale può essere di 50° più freddo di una giornata nella Florida meridionale, l'effetto sui processi cognitivi può essere uguale.
Queste lievi scostamenti di temperatura sono un elemento comune della nostra vita, il calore delle nostre case e degli uffici varia durante il giorno, e le temperature esterne non variano solo da un giorno all'altro, ma di minuto in minuto. Ognuno di questi piccoli cambiamenti può avere importanti implicazioni per la nostra capacità di prendere decisioni, soprattutto se non siamo a conoscenza di questi effetti. Ma, per fortuna, ora li conosciamo.
  
Adrian F. Ward, 2013